La cosa che ci annienta è che non abbiamo ancora vissuto niente e già non ne possiamo più.
L’amore è solo violenza, la famiglia psicosi, la religione brutalità, le droghe fuga sedante, l’unica ideologia possibile rimane il nichilismo estremo. Vittima di un patologico desiderio per Marta, abbandonato dall’amico Gero e in preda a una potente crisi d’astinenza da eroina, al protagonista restano solo nove giorni prima di morire. Sul palcoscenico di un’immutabile Sicilia soffocata dall’apatia va in scena la rappresentazione dei suoi traumi. Il padre gli insegna a leccare le mutandine delle amanti, il catechista lo molesta, la madre tenta il suicidio immergendosi in una vasca colma di Coca-Cola e alle feste si finisce per pisciare blu. Dalla nebbia onirica della follia affiora una vicenda grottesca che mischia sadismo e comicità: un Gesù Cristo che lo deride fumando sigarette, Van Gogh, Pirandello e Keith Moon che mortificano le sue aspirazioni artistiche, torture cilene che diventano atto d’amore e una pistola Bodeo che compare e scompare. Al sabotaggio dell’esistenza mancano nove giorni, ne mancano otto, sette...
“Questa postfazione l’ho sognata. C’erano immagini di Marta che parla di Dio come di un maniaco sessuale, che si sistema una ciocca dietro l’orecchio, che chiude gli occhi mostrando le poesie sulle palpebre.”
Gianluca Morozzi
Illustrazione di copertina Arianna Vairo