La carne! Il problema non siamo noi panda, ma quello che mangiamo. Abbiamo da sempre sgranocchiato insipido bambù fino a rinchiuderci nella foresta del presente, dove la vegetazione è troppo fitta e la luce troppo scarsa per immaginare un futuro.
Ora il bambù sta per finire e ci sta trascinando verso l’estinzione: glielo impediremo, vero?
Paranoici, solitari, acrobati sulla corda del reddito, sbilanciati da sbalzi d’umore maniaco-depressivi, incapaci di alzare lo sguardo all'orizzonte. I moderni creativi assomigliano ormai a timidi panda. Non fanno più sesso e rischiano il suicidio di massa. Si sono nutriti di film, libri e dischi, diventati con il tempo sempre meno saporiti, proprio come il piatto unico degli orsetti tristi: il bambù. Uno di loro viene incaricato di descriverli tra grottesca finzione e ironico realismo. L’occasione è la festa di chiusura di una casa editrice, a cui parteciperanno gli esemplari tipici di quel mondo: la modella, il designer, il dj, l’organizzatore di eventi, l’autrice televisiva, gli intellettuali (quello di sinistra e quello di destra) e l’immancabile pusher. La metafora dei panda prende il sopravvento fino a trasformarsi in una favola sulla fine del lavoro culturale dove l’inaspettato happy end è la ricetta per un barbecue a base di futuro da azzannare.
Ana Kras, artista freelance che opera nel design, nell’illustrazione e nella fotografia, è nata a Belgrado nel 1984.