Distruggiamo Cartagine! La Cartagine moderna, quella dei ricchi, dei preti e dei militari! Questo deve essere il grido dei ribelli e il motto della rivoluzione sociale. Distruggiamo i tartufi! Distruggiamo il covo dei tiranni!
Severino Di Giovanni, 1929
Una storia di sangue e anarchia. Puro tango-punk nero e ribelle. Le avventure di Severino Di Giovanni, maestro elementare fuggito da Chieti negli anni venti del Novecento per evitare le persecuzioni fasciste. Appena approda in Argentina svaligia banche e organizza clamorosi attentati contro i simboli dell’autorità. Viene braccato ma lui risponde colpo su colpo. Grazie al suo nuovo mestiere di tipografo, riesce anche a stampare e diffondere clandestinamente opuscoli e libri militanti. Finché s’innamora perdutamente di America Josefina, un’adolescente focosa e determinata che segnerà il destino delle lotte per l’emancipazione femminile. Abbracciato a lei, Severino gira per la città con la pistola in tasca, prendendosi gioco delle sue fotografie che la polizia ha disseminato ovunque.
Sequestrato negli anni settanta dalla dittatura militare, questo libro maledetto racconta una pagina epica e commovente, una storia che a Buenos Aires è il simbolo stesso del fiore romantico contro gli oppressori. Una biografia raccontata con l’incalzante tecnica della non-fiction dalla penna di Osvaldo Bayer, maestro della letteratura ribelle, che qui affianca l’indagine storica al ritmo d’un noir mozzafiato.
Alberto Prunetti, curatore di questo libro, ha pubblicato i romanzi Potassa e Il fioraio di Perón. Collabora con Carmilla.