In ogni epoca storica si è esercitato da parte della collettività o da parte del potere costituito il controllo sulla forma urbana. Il caso della città di Trento è in tal senso emblematico.
Basato su una raccolta di materiale archivistico, inizialmente intrapresa dall’autore per ambientare in una Trento fantastica una serie di racconti gialli e di fantascienza, Dialettica dello spazio urbano coniuga l’analisi politica e urbanistica con memorie personali e “considerazioni intempestive”. Il libro si sviluppa come un avventuroso percorso nella storia politica e sociale di una città per comprendere come, quando e da chi siano state prese alcune scelte riguardo a fondamentali modelli di sviluppo da perseguire. Un punto di svolta determinante, argomenta l’autore, valido probabilmente per molte altre città italiane, che si può rinvenire verso la metà degli anni novanta, quando un vero e proprio modello socio-urbanistico si è imposto pur senza mai essere stato apertamente discusso. Da chi e per chi è stata pensata la città? Per soddisfare quali desideri e servire quali interessi? Dialettica dello spazio urbano si situa nel punto di intersezione tra filosofia, politica e città, in una sintesi stilistica assolutamente unica.
Collana Terrae