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Vigliacchi!

www.ansa.it, 25 settembre 2024 Vigliacchi! di Amelia C.

Il libro della 17enne Amelia C., manifesto di una generazione

Il modo in cui dimostra di esserlo, però, non è mai banale. Amelia C., 17 anni, ha scelto di farlo attrverso un libro, Vigliacchi!, in uscita il 4 ottobre per Agenzia X. In 138 pagine, raccoglie quello che la giovane definisce un "j'accuse al mondo degli adulti". 
Probabilmente l'ultima teenager a usare l'anonimato per pubblicare un libro è stata Melissa P. con i suoi 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire. Un innegabile cult della nostra letteratura. Era il 2003, e Amelia C. non era ancora nata. È dunque scontato che, già solo per la differenza generazionale, il libro della classe 2007 sia diverso. Non è un romanzo, anzitutto. È una sorta di lettera, ma non un diario. E non ha nulla di erotico, anche se in un capitolo discute di sessualità. Dell'adolescenza, però, ha tutto: i temi, il turpiloquio, lo sguardo al futuro, la presunzione di dire "mai", la legittima saccenza dell'età. Cose a cui si aggiunge una gran voglia di prendersela con i "grandi", gli adulti o, almeno, quelli che Amelia accusa di non capirla per via di una "profonda inconciliabilità". Anche se a loro ribadisce che il mondo non è bianco e nero, lei incorre nel loro stesso errore, non tanto perché generalizza i comportamenti, quanto perché non si rende conto che ormai nel mondo degli adulti rientrano tanti nativi digitali. 
Al di là di questo - un libro di un'adolescente è già di per sé un successo, anzi, dev'essere imperfetto - Amelia riesce a scrivere un manifesto di ciò che vuole diventare, ammettendo che non tutti coloro che hanno 17 anni si sentono come lei. "Vorrei essere parte di quella schiera che sovvertirà il mondo - scrive - un gruppo minoritario, ma vincente". Elabora le sue idee, cita Platone, dimostra di avere anche una certa cultura che non è solo figlia del suo liceo classico. E rinfaccia di tutto alla generazione dei suoi genitori, alternando impeti di rabbia a momenti in cui ammette che "possiamo ancora dialogare". 
Con una penna per nulla pomposa (in barba alle abitudini scolastiche), Amelia snocciola teorie, spiega che gli adulti sono quelli che fanno più danni con la tecnologia ma si preoccupano tanto per i giovani al cellulare, si lamenta di ciò che propone il tg (le "esternazioni del ministro Valditara" e i "Måneskin che conquistano il Messico"), soffre all'idea dell'appiattimento dell'opinione pubblica rispetto alle guerre. 
Non ha paura, giustamente, di dire la sua sulla politica e la situazione in Medioriente, passando pure dalle migrazioni: "noi siamo già mischiati - ricorda - I nomi dei miei compagni di scuola sono misti. Nessuno di noi ci fa caso". E si lascia andare anche a un umorismo condivisibile: "parlate come gli attori delle fiction televisive italiane - è il suo rimprovero - Siete un misto tra il milanese imbruttito e Recalcati". 
Amelia, insomma, scrive un libro che possono leggere i giovani (per condividere o meno le sue idee ed emozioni) e gli adulti (per cercare di capirci qualcosa dei primi). In mezzo a tutta la rabbia, tira fuori opinioni che sono lo specchio del suo tempo ma che meriterebbero un approfondimento, se non un confronto. E forse proprio per questo, alla fine del j'accuse, la cosa più triste di tutte è il non poter rispondere.

Chiara Venuto

www.bagolinoweb.it , 25 settembre 2024 Amelia C. lancia un forte j’accuse nel suo libro «Vigliacchi!» contro il mondo degli adulti 

Un libro di denuncia e riflessione, Vigliacchi! di Amelia C. esprime l’indignazione di una generazione. Con un linguaggio diretto e provocatorio, la giovane autrice affronta temi cruciali per gli adolescenti di oggi, criticando gli adulti e il loro approccio ai problemi contemporanei. Pubblicato il 4 ottobre da Agenzia X, il volume di 138 pagine si propone di esplorare e mettere in discussione le incomprensioni tra le due generazioni.

Il contesto dell’opera: un adolescente contro il mondo
Amelia C., una ragazza di 17 anni, rappresenta il sentimento di molti coetanei attraverso Vigliacchi!. Questo libro non è un romanzo, ma piuttosto una lettera aperta sia ai suoi coetanei sia agli adulti, un significativo tentativo di comunicare sfide, paure e sogni di una giovane generazione che sente di avere poco spazio nel mondo che la circonda. L’opera ricorda in parte quella di Melissa P. che nel 2003 conquistò il pubblico con 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire, ma mentre il sottofondo di quella scrittura era fortemente permeato da elementi erotici, Amelia si concentra su altre tematiche cruciali. 
Il suo messaggio è nitido: la visione dei giovani non è mai banale, e ciò che li distingue è il loro desiderio di essere ascoltati. Questo testo diventa così un manifesto in cui Amelia si pone come voce della sua generazione, cercando di evidenziare la profonda incomprensione che spesso esiste tra adulti e adolescenti. La ragazza denuncia una sorta di “profonda inconciliabilità” tra le due generazioni, ma non si limita a lanciare accuse. La sua capacità di analizzare la realtà e il suo desiderio di dialogo si intrecciano in un’opera che invita a considerare le sfide del mondo moderno. 

Temi centrali: dalla tecnologia alla politica
Amelia C. affronta con audacia temi come l’uso della tecnologia, i conflitti sociali e le nascenti problematiche politiche che caratterizzano il mondo attuale. Il suo approccio critico nei confronti degli adulti si manifesta in una dettagliata analisi sull’uso della tecnologia: mentre gli adulti accusano i giovani di essere sempre incollati ai loro dispositivi, la giovane scrittrice sottolinea come siano proprio gli adulti a danneggiare il mondo attraverso la tecnologia stessa. 
Inoltre, non si sottrae a questioni sociali più ampie, come le migrazioni e le guerre, affermando che la sua generazione è già “mischiata“. I suoi compagni di scuola portano nomi che rispecchiano questa diversità, evidenziando una pluralità che per Amelia non è solo un dato di fatto, ma una ricchezza. In questo contesto, il suo umorismo emerge in modo genuino quando critica il linguaggio degli adulti, paragonandolo a quello degli attori televisivi, creando un parallelo tra la comunicazione quotidiana e le finzioni proposte dai media. 

Il manifesto della gioventù e la ricerca di un dialogo
Vigliacchi! rappresenta un tentativo di Amelia C. di connettersi con gli adulti, esprimendo la frustrazione della sua generazione. La scrittura è caratterizzata da uno stile diretto e incisivo, che non teme di mettere in luce le contraddizioni e le criticità del mondo contemporaneo. La giovane autrice usa le sue parole per cercare di spiegare ai grandi un punto di vista differente, sottolineando che molti giovani non si sentono rappresentati dalle voci dominanti degli adulti. Il testo è denso di riferimenti culturali e filosofici, dimostrando che la giovane autrice ha spessore intellettuale e una visione critica del mondo. Le citazioni di Platone, ad esempio, amalgamano la sua esperienza con una tradizione più ampia, rendendo il suo libro non solo un j’accuse ma anche un invito a un confronto serio e profondo. Il dialogo è, per Amelia, non solo desiderato ma necessario. Anche se esprime una forte critica, non abbandona mai la speranza che possa esserci un terreno comune su cui adulti e giovani possano incontrarsi e discutere. Amelia C. ha quindi creato un’opera caratterizzata da contenuti densi e significativi che riescono a trasmettere il senso di urgenza e la necessità di ascolto, sia per i giovani che per i loro genitori. Vigliacchi! è più di un semplice libro: è un grido di battaglia per una generazione che chiede spazio e rispetto.

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