“Filmo la mia vita per avere una vita da filmare.”
Ross McElwee
Ross McElwee ha trasformato la sua vita quotidiana in una storia emotiva e cinematografica che ripercorre gli ultimi quarant’anni della società americana. Il piglio ironico ha spinto i critici a considerarlo “il Woody Allen del cinema documentario” e, grazie a una struttura libera e ricorsiva, a “un Proust con la macchina da presa”.
L’opera di McElwee rompe le barriere tra vita reale e rappresentazione artistica, creando diari visivi delicati e intensi, carichi di riflessioni sul cinema e sull’uomo.
Alcuni suoi film sono diventati veri e propri instant classics, come Sherman’s March (1986) e Bright Leaves (2003). La caratteristica che lo ha reso uno dei più innovativi registi contemporanei, risiede nella capacità di valorizzare il proprio personale punto di vista, partendo dal microcosmo familiare fino a sollevare interrogativi universali.
Ross McElwee nasce a Charlotte, North Carolina, nel 1947. I suoi documentari sono stati presentati ai maggiori festival internazionali, tra cui Cannes, Berlino e Venezia. Retrospettive a lui dedicate hanno avuto luogo presso il Museum of Modern Art, l’Art Institute di Chicago, il Museum of the Moving Image di New York e il Cinéma du Réel di Parigi.