Riduzione dell’orario in fabbrica, salario garantito, rifiuto del lavoro e reddito erano le parole d’ordine dei lavoratori al Petrochimico di Marghera. Sono questi i temi che dovranno essere ripresi per le lotte future.
Un libro sulla storia del movimento operaio a Porto Marghera e sulle lotte che si susseguirono nel polo petrolchimico tra gli anni sessanta e settanta, lotte sostenute da lavoratori fortemente acculturati che per la prima volta si dotavano di forme autonome di organizzazione. Un volume che traccia attraverso documenti, volantini e testimonianze le principali tappe di uno dei più avanzati laboratori del conflitto tra capitale e lavoro. L’importanza delle riviste “Progresso Veneto” e “Quaderni Rossi”, poi di “Classe Operaia”, il successo ottenuto nel 1968 con la parola d’ordine delle 5.000 lire uguali per tutti/e, poi la riduzione dell’orario di lavoro, l’equiparazione dei precari, le proteste contro i reparti più malsani per i lavoratori e per l’ambiente della produzione chimica, il rifiuto del nuovo contratto del 1972 e la crescente diffusione delle lotte sul territorio: case occupate, scioperi d’affitto, autoriduzione delle bollette dell’elettricità e del gas.
Infine la fase discendente nella seconda metà degli anni settanta e le ultime considerazioni su tutto ciò che è accaduto in seguito fino ad arrivare ai nostri giorni pandemici.