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Prof. Bad Trip
Buon viaggio folle, geniale, visionario professore punk
di Marco Philopat
"XL", gennaio 2007


Stasera ci sono tutti. Il tekno rebel, il poliokkio, il mostruoso Goddamn Shit, Henry il mangiascorie, l’ameba-star, Hauser e O’Brien della narcotici. Cazzo volete, cazzo avete da guardarmi? Sono del Canaletto io, la lumpenzone del porto di Spezia nel mare putrido di cozze mutanti. Sono nero di cozze, nero di rabbia punk e il mio gruppo si chiama Holocaust... Ah! Ah! Ah! Vi disegno io, mostri bastardi! Uno dopo l’altro, il tratto spesso, il vortex satura il foglio, il labirinto mentale vi disorienta, non mi acchiapperete mai. Pennarelli corrono in frattali su ‘zine, riviste teppiste, mail art e psychofumetti. Ballard, Dick, gli Sgorbions e Winston Smith. Nei collage c’è Berlinguer svasticato e Fanfani con fascia nipponica del kamikaze. Sono dei mostri, siete dei mostri! Sono accerchiato dalle piante carnivore canterine e ci siete tutti: quello che grida “I wanna city riot”, il tossico in fissa, la vedetta konform che spia dalle persiane, lo psychodriver impazzito, l’Elvis avvolto da fiamme luciferine... Cazzo volete, cazzo avete da guardarmi? Ho studiato a Carrara io, ho passato le nottate con scultori stranieri falliti e nerboruti marmisti con dita monche, a bere vino rosso su banconi di pietra venata. E di giorno pranzavo all’Anarres complottando anarchia. All’Accademia mi portavo la puzza di merda addosso mentre i compagni imparavano a insegnare ai mocciosi. Che schifezza di vita sarebbe stata? Mi piaceva far scoppiare sulla carta le atrocità 12 ore al giorno, non volevo indottrinare all’arte proprio nessuno. M’è venuto il callo sull’indice e il medio era giallo del Drum per sigarette e canne, una via l’altra, musica hardcore e la caffettiera in larsen ogni due tavole. Joe Coleman, Eric Drooker, Robert Crumb... Ah! Ah! Ah!

Beh... Si può sapere perché mi continuate a fissare? Ma vi siete mai visti allo specchio? Cosa sono quei cilindri oculari sbulbanti, quei cyber-elmetti con la flebo attaccata, quei robot di ghisa dal moicano verde? Quello scheletro dal cervello pulsante, quelle alghe acide e collose? Che ribrezzo! Andate a farvi fottere, non mi beccherete mai! Sono andato a vivere su a Castelpoggio, in cima alle Apuane lontano da tutto, le cave di fronte al balcone dove una volta si estraeva marmo rosso sangue, come nel ’44, quando i nazifascisti uccisero mezzo paese, parroco compreso... Nella tana psichedelica montanara uno declamava Ginsberg, l’altro beveva come Kerouac e la Buick di Mr. Burro m’aspettava sulla statale... Ah! Ah! Ah! Raccolgo amanita muscaria, la mangio e la vomito fuori. Il diluvio underground rilascia spore magiche pronte a esplodere dopo anni, a chilometri di distanza: spore su muri, armadi e soprammobili, spore su abat-jour, tappeti e attaccapanni... Sul legno, ferro, plastica, serigrafie su T-shirt, poster, pastelli, pennelli, acrilici, colla e cartapesta... Verde e rosso in 3D per il mal di testa... Rane replicanti, scanner-insetti, mugwump bavosi, vulcani in eruzione e dio-polifemi con l’occhio a triangolo... Cazzo volete di più? Le allucinazioni mi hanno ributtato a Spezia e il bianco si è scisso in un arcobaleno fluorescente. Cari babau deformi è ora di sconfiggervi, di sterminarvi, vi ho dipinto fin sopra il soffitto nella mia isola-laboratorio, cari replicanti dal ghigno spezzino, horror superbarocco, humour nero nero, il surrealismo macabro, l’attrazione erotica per il giovane pop-artista crepato, Keith Haring, Modigliani, Van Gogh... Ah! Ah! Ah!

E anche tu scrittore visionario dei miei coglioni, cosa stai scrivendo? Cazzo c’hai da curiosare dentro di me? Sei solo un grillo parlante, ecco cosa sei, un grillo parlante! E sai che fine fanno nelle fiabe i grilli parlanti? Vengono schiacciati a padellate! Ah! Ah! Ah! E voi? Cazzo avete da guardarmi? Ancora? Forse non avete capito... Io vi ho creato, tratto dopo tratto, fosfocolore su fosfocolore, vi conosco tutti per bene e quindi state attenti a toccarmi, altrimenti vi cancello all’istante. Sono qua, nel bunker, dietro a mura d’acciaio mentale spesse novanta psicocentimetri. Attenti, cari i miei mostri e pupazzetti variopinti, il Professor Bad Trip vi guarda dall’alto, nell’inferno ci siete rimasti voi... Ah! Ah! Ah!

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