Per questo preferisco il documentario: le sorprese che la realtà riesce a darti sono più forti di ogni progetto deciso a tavolino. (Daniele Incalcaterra)
Autore di film politici e sociali, Daniele Incalcaterra è uno dei più importanti documentaristi contemporanei. Il suo lavoro è un continuo evolversi dell’idea di cinema diretto, in cui l’osservazione puntuale degli avvenimenti trova uno sviluppo in narrazioni forti e personaggi appassionanti. Regista internazionale per esperienza e vocazione, ha girato film a Mosca, in Bolivia, Argentina e Paraguay, inseguendo diverse vicende con spirito libero e mai ideologico. I suoi numerosi film rappresentano una sorta di geografia del conflitto, non un elenco di teatri di guerra, non una collezione di reportage dal fronte, ma un cinema nomade che nasce e si sviluppa là dove la realtà storica di un territorio è messa alla prova, s’apre al contraddittorio, è sull’orlo di una rivoluzione.
La pubblicazione esce in corrispondenza della retrospettiva dedicata al cinema di Daniele Incalcaterra dal festival Filmmaker di Milano e dalla Cineteca Nazionale di Roma.
Daniele Incalcaterra nasce a Roma nel 1954. Figlio di un diplomatico, vive in Iugoslavia, Unione Sovietica, Argentina e Francia. Nel 1984 si avvicina al documentario frequentando gli Ateliers Varan di Parigi e nel 1990 realizza in Bolivia Chapare, sui cocaleros e il loro sindacalista Evo Morales, oggi presidente della Repubblica. Repubblica Nostra (1995) è invece ambientato in Italia ai tempi dell’ascesa di Silvio Berlusconi, mentre FaSinPat – Fábrica Sin Patrón (2004) racconta l’autogestione di una fabbrica nell’Argentina della grande crisi. Nel recente El Impenetrable (2012), realizzato con Fausta Quattrini e distribuito in Italia dal Milano Film Network, si mette in gioco personalmente e con grande onestà interpreta le contraddizioni di un europeo di fronte allo scempio della foresta vergine e dei popoli originari.