Con diciotto spericolate rapine alle spalle, i protagonisti di questa vicenda riempirono le prime pagine dei quotidiani dopo l’ultimo sanguinoso assalto a una banca di Milano, avvenuto il 25 settembre 1967. Ciò che i resoconti della stampa hanno omesso sono i come e i perché quegli uomini decisero di passare all’azione diretta.
Tutto cominciò negli anni cinquanta in un sobborgo operaio di Torino. A quei tempi la Barriera era un quartiere proletario dove chiamarsi compagno aveva un significato profondo. Quando Sante Notarnicola arrivò dalla Puglia aveva appena quattordici anni e in quella periferia trovò una comunità di ex partigiani e giovani militanti assai determinati e popolari, tra cui Danilo Crepaldi, Adriano Rovoletto e Pietro Cavallero. Comunisti molto attivi e critici nei confronti della linea ufficiale del Partito, a cui presto venne l’idea di compiere rapine per finanziare la rivoluzione.
Un romanzo a stretto contatto con la realtà su alcuni uomini e sulle circostanze che li portarono a formare una banda, poi passata dalla cronaca alla storia come la banda Cavallero.
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