Steampunk su Carmilla
Sopravvivere col punk a vapore è il titolo dell'articolo pubblicato su Carmilla.
La versione integrale la trovate in rassegna stampa, ecco un estratto che ci pare particolarmente interessante:
"Quella dell’apocalisse non è una trovata dell’ultimora, ma rappresenta un filone catastrofico che la dice lunga sulle aspettative dei nordamericani in termini di futuro. Il collasso era vaticinato da tempo e anche se gli scenari steampunk non sono né probabili né gli unici ipotizzabili, non è male cominciare a pensare a come sopravvivere in un’epoca in cui gli stati, dopo aver guardato impassibili alla distruzione del pianeta da parte delle multinazionali, si trasformino in formazioni eco-autoritarie a difesa di cittadelle di inclusi seduti a spartirsi le ultime ricchezze della Terra, circondati da una massa di esclusi condannati a vivere ai margini."
[...]
"Cose che si possono fare anche adesso, quando l’apocalisse non è (ancora) arrivata, per riprendere in mano la propria esistenza, provare a sfuggire ai flussi devastanti del mercato, combattere la tendenza del capitalismo a delocalizzare il cibo che ci tiene in vita. Sta qui forse il messaggio più diretto della guida e del movimento, aldilà di certi estetismi tecnofili un po’ kitch e postmoderni: autogestisci, autoproduci, autocostruisci. Recupera e condividi i saperi necessari a sopravvivere, senza dipendere dalla megamacchina."
La versione integrale la trovate in rassegna stampa, ecco un estratto che ci pare particolarmente interessante:
"Quella dell’apocalisse non è una trovata dell’ultimora, ma rappresenta un filone catastrofico che la dice lunga sulle aspettative dei nordamericani in termini di futuro. Il collasso era vaticinato da tempo e anche se gli scenari steampunk non sono né probabili né gli unici ipotizzabili, non è male cominciare a pensare a come sopravvivere in un’epoca in cui gli stati, dopo aver guardato impassibili alla distruzione del pianeta da parte delle multinazionali, si trasformino in formazioni eco-autoritarie a difesa di cittadelle di inclusi seduti a spartirsi le ultime ricchezze della Terra, circondati da una massa di esclusi condannati a vivere ai margini."
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"Cose che si possono fare anche adesso, quando l’apocalisse non è (ancora) arrivata, per riprendere in mano la propria esistenza, provare a sfuggire ai flussi devastanti del mercato, combattere la tendenza del capitalismo a delocalizzare il cibo che ci tiene in vita. Sta qui forse il messaggio più diretto della guida e del movimento, aldilà di certi estetismi tecnofili un po’ kitch e postmoderni: autogestisci, autoproduci, autocostruisci. Recupera e condividi i saperi necessari a sopravvivere, senza dipendere dalla megamacchina."