Trovo disgustosa la situazione attuale e ammiro chi si oppone ma soprattutto l’ostinazione e il coraggio straordinario dei migranti.
Étienne Balibar
Tra il 2011 e il 2019, una serie di processi e avvenimenti di portata globale ha violentemente destabilizzato l’architettura dei confini esterni e interni dell’Unione Europea, contribuendo a rafforzare l’immagine di un territorio sigillato. Ma in realtà la “fortezza Europa” è continuamente sfidata dalle pratiche di mobilità dei migranti, oltre che smentita da una porosità interna tesa a garantire forme d’inclusione differenziale ai nuovi lavoratori a basso costo. Se da una parte assistiamo alla proliferazione di barriere, centri di detenzione, deportazioni aeree e respingimenti in mare finalizzati a governare e selezionare i flussi, dall’altra sono le pratiche di solidarietà e di autorganizzazione dei migranti a emergere e a contestare lo spettacolo del confine. Questo volume si propone di tracciare una cartografia aggiornata dello spazio europeo attraverso una serie di resoconti etnografici realizzati in diversi luoghi di frontiera, alle porte e nel cuore dell’Europa: gli hotspot, Calais, Ventimiglia, Ceuta e Melilla, i Balcani e Strasburgo.
Con interventi di: Jacopo Anderlini, Étienne Balibar, Geremia Cometti, Paolo Cuttitta, Jean-Baptiste Eczet, Fabrizio Foschini, Luca Giliberti, Charles Heller, Carolina Kobelinsky, Claudia Moatti, Lorenzo Pezzani, Anaïk Pian, Luca Queirolo Palmas, Federico Rahola, Maurice Stierl, Simona Tersigni, William Walters.