Blow Up, marzo 2024 Joost Oomen, Cade il sole
Difficile definire il libro di Joost Oomen, scrittore e performer olandese, perché i tre pannelli di questo volume sembrano disegnare una realtà non così diversa da quella che viviamo, ma mescalinizzata, abitata da presenze e oggetti che acquisiscono una vota e un volume che, all’occhio assuefatto dal reale, non risultano. È il caso di Cade il sole, dove un occhio di vetro (del terrorista Mokhtar Blemokhtar, unico residuo dopo che una bomba l’ha polverizzato) e un polso (l’unico frammento rimasto del corpo dell’autista di un tir carico di propilene, quello realmente esploso facendo una strage nel 1978 vicino al camping Los Alfaques, seppellito dalla famiglia) iniziano a intessere nel loro incrocio e attraverso la loro muta conversazione un rapporto epistolare disturbante prima che la narrazione arricchisca di nuovi punti di vista. Lo steso accade anche nei brevi Apostolo Johnny (storia di dieci dita, ognuna con il suo carico differente di narrazione) e Cathedra, ovvero come fare la panna montata (sorta di onirico incontro con il pittore Barnett Newman). Questa raccolta, psichedelica, senza freni, libera attraverso le sue associazioni analogiche è un prezioso antidoto alle briglie del reale.
di Matteo Moca
Holden Calling, febbraio 2024 Joost Oomen, ai microfoni di Holden Calling